Perché la comunicazione può rovinarti la vita

INTRODUZIONE
Il titolo di questo articolo sembra una provocazione, ma non lo è. Anzi, è il frutto di quasi vent’anni di ricerca nel campo delle interazioni umane, e di altrettanti anni di ricerca compiuti dal mondo neuroscientifico, che ha portato alla luce una serie di scoperte davvero importanti da conoscere, se il vostro scopo è “comunicare” in modo efficace. Se questo è il vostro scopo, dovete iniziare da qui: togliete dal vostro vocabolario la parola comunicazione, perché vi porterà fuori strada, molto molto lontano dal luogo che volete raggiungere.
COMUNICAZIONE vs. INTERAZIONE
Partiamo da un presupposto: il cervello ha delle regole di funzionamento molto precise, che vanno conosciute e, se possibile, rispettate. Una di queste regole è quella che coinvolge la cosiddetta “salienza”, ovvero la caratteristica secondo la quale il cervello si focalizza maggiormente sui pensieri che sono più presenti dentro di lui.
È abbastanza intuitivo: quando volete acquistare un’auto nuova e avete in mente un modello molto preciso, inizierete a vederla più spesso in giro per le strade. Questo fenomeno si chiama anche “cecità selettiva”, ed è collegato al SAR, il sistema attivante reticolare, il nostro focus. Fin qui, è tutto piuttosto semplice. Notiamo nel mondo quel che già abbiamo in testa. Il resto, lo ignoriamo. Non perché non ci sia, semplicemente perché non ne siamo consapevoli o per noi non è rilevante. Un po’ come succede all’uomo nella caverna descritto da Platone: finché guarda solo le ombre che il fuoco proietta sulle pareti di roccia, crede che quello che vede sia tutto quel che c’è da vedere. Finché non esce dalla caverna e si rende conto di tutto il resto.
Detto questo, passiamo al tema centrale che ci ha portato sin qui: la parola comunicazione. Anche se non avete magari ben chiara in testa la definizione così come riportata dal dizionario, nel vostro cervello sono molto presenti i molteplici significati che questa parola porta con sé. Nello stesso modo in cui se noi scriviamo “elefante” voi “sapete”, anche senza pensarlo in modo esplicito, che “elefante” è un tipo particolare di animale con caratteristiche molto precise (ad esempio, la proboscide), se noi scriviamo “comunicazione” voi “sapete” di che cosa si tratta. Così come, poi, di fronte a un esemplare di grosso animale, andreste a controllare se ha la proboscide per poter dire se si tratti o meno di un elefante, fareste la stessa cosa con “comunicazione”, cioè andreste a controllare se quello che sta capitando è davvero una comunicazione oppure no.

Ecco la parola magica: interazione. Che cosa vuol dire “interazione”? Si tratta dello scambio costante e reciproco di tutte le variabili presenti in un dato contesto. L’esito di una interazione, cioè, è collegato sicuramente a quel che dite e a come lo dite, ma anche a numerosissimi altri elementi (che, appunto, vengono definiti “variabili”).
CONCLUSIONI